Come scrivere un romanzo: guida pratica

Data di pubblicazione: 25/06/2025

come scrivere un romanzo

La scrittura creativa

Per gli scrittori di narrativa è fondamentale creare un legame indissolubile tra i propri romanzi e i lettori. Questo affinché i libri non siano solo letti, ma anche vissuti emotivamente. Per capire come scrivere un romanzo, bisogna prima di tutto comprendere questo:

La scrittura creativa è l’arte di trasformare le parole in esperienza, per plasmare mondi ed esplorare territori interiori grazie al risveglio di emozioni che il linguaggio ordinario non riesce a evocare.

Non è un talento misterioso, ma una disciplina che si affina attraverso l’ascolto profondo della realtà che ci circonda, l’osservazione dell’invisibile e l’ostinata pratica nel dare forma a quel significato che cerchiamo negli eventi quotidiani della nostra vita.

Tutto al fine di comunicare l’invisibile, creando un territorio comune dove scrittore e lettore si incontrano nell’intimità dell’immaginazione. E proprio in questo spazio condiviso può avvenire la catarsi letteraria, quel meccanismo per cui il lettore vive una purificazione emotiva attraverso l’immedesimazione nei personaggi letterari.

scrittura creativa

Cos’è un romanzo

Il romanzo è un mezzo di comunicazione molto particolare.


Qualunque storia efficace ci consegna un’idea collegata alla storia in modo così irresistibile che siamo spinti a crederle.

— Pensiero di Platone riportato in Story, Robert McKee

La peculiarità del romanzo è proprio quella di voler convincere del suo messaggio usando le emozioni, non la logica. La scrittura è un atto di trasformazione, perché permette sia all’autore sia al lettore di rielaborare conflitti, paure e desideri attraverso un’esperienza emotiva intensa e allo stesso tempo liberatoria (la catarsi).

Come scrivere un romanzo

Per capire come scrivere un romanzo, è necessario conoscere alcuni concetti preliminari relativi ai meccanismi psicologici fondamentali che si instaurano tra il lettore e un’opera di narrativa e alle tecniche di base da padroneggiare per compiere scelte consapevoli:

  • il patto con il lettore, cioè quel meccanismo per il quale il lettore si impegna a immaginare come vero ciò che l’autore racconta, pur sapendo che si tratta di finzione letteraria,
  • la sospensione dell’incredulità, cioè l’astrazione dalle logiche di funzionamento,
  • le strutture narrative, cioè la forma che assume la trama,
  • il punto di vista o focalizzazione, cioè la prospettiva dalla quale il lettore percepirà la storia,
  • il narratore, cioè la voce che racconta la storia.

Inoltre, è importante stabilire un metodo per trovare la motivazione e per non lasciarsi sopraffare dalla procrastinazione.

Creare una routine di scrittura

creare una routine di scrittura

Scrivere un romanzo può diventare complicato quando si incontrano dei fisiologici cali di ispirazione. Creare una routine di scrittura serve proprio a evitare di bloccarsi, trasformando l’idea del libro in un progetto concreto.

Non serve scrivere per ore ogni giorno: è più efficace stabilire una frequenza breve e sostenibile, purché sia regolare. Per esempio, scrivere ogni giorno per 30 minuti, magari attivando un timer o un’applicazione che blocca il cellulare per evitare distrazioni.

Creare uno spazio che favorisca la concentrazione aiuta il cervello a entrare in modalità scrittura, e per facilitare questo stato si può mettere in pratica un rituale (una tazza di tè, una playlist, una candela profumata).

È utile anche stabilire piccoli obiettivi, tenere traccia dei progressi su un diario o su un foglio per mantenere alta la motivazione, sempre con la consapevolezza che non sempre si è produttivi, ma sul lungo periodo la costanza e la disciplina saranno più forti dell’ispirazione momentanea.

Il patto narrativo e la sospensione dell’incredulità

Il patto con il lettore rappresenta una sorta di contratto implicito tra autore e lettore. Non si tratta semplicemente di convincere il lettore ad accettare elementi fantastici, ma di stabilire le regole del mondo narrativo e di rispettarle. Ogni volta che un autore infrange queste regole senza giustificazione, tradisce la fiducia del lettore e compromette l’immersione narrativa.

Samuel Coleridge parlava di sospensione dell’incredulità, ma la ricerca moderna (Green, M. C., & Brock, T. C., 2000) ha dimostrato che questo processo è molto più complesso di quanto sembri. Il lettore infatti non sospende attivamente l’incredulità: il suo cervello entra automaticamente in una modalità di elaborazione narrativa chiamata trasporto narrativo, durante la quale i meccanismi di verifica della realtà vengono temporaneamente disattivati.

Questo stato neuropsicologico è fragile e può essere interrotto da incongruenze logiche interne al mondo narrativo, cambiamenti improvvisi del registro linguistico o intrusioni eccessive della voce autoriale. Ecco perché la scelta della voce con cui narrare è un argomento delicato, che vedremo più avanti.

Il patto narrativo e la sospensione dell’incredulità

Cos’è la struttura di un romanzo

Prima di approfondire come strutturare un libro, è necessario chiarire alcuni concetti fondamentali. La trama non è semplicemente la sequenza cronologica degli eventi, ma l’architettura causale che li collega: ogni evento deve essere la conseguenza logica del precedente e la causa di quello successivo. La struttura di un romanzo è quindi la forma architettonica che questa trama assume, il telaio portante su cui si costruisce l’intera esperienza narrativa.

Nella teoria narrativa si distingue tra fabula e intreccio: la fabula è la sequenza cronologica degli eventi come sono realmente accaduti nel mondo narrativo, mentre l’intreccio è il modo in cui questi eventi vengono rivelati al lettore, come il montaggio delle scene di un film.

Per comprendere la struttura di un romanzo, possiamo immaginare un edificio: la fabula sono i materiali per la costruzione, l’intreccio è il progetto architettonico, mentre la struttura corrisponde alle fondamenta e alla carpenteria che sostengono tutto l’edificio.

I principali modelli di struttura narrativa

modelli di struttura narrativa

Per strutturare un romanzo, esistono diversi modelli narrativi che gli scrittori e le scrittrici possono utilizzare come fondamenta per le loro storie, teorizzati nella disciplina della narratologia, che indica l’analisi delle forme e delle strutture della narrazione. Ogni modello offre un approccio diverso per organizzare gli eventi e coinvolgere il lettore.

  • La struttura in tre atti è il modello più diffuso nella narrativa occidentale: impostazione della storia, sviluppo e chiusura dei conflitti. Questo schema, derivato dal teatro classico, divide il racconto in tre parti equilibrate che rispettano i tempi naturali di attenzione del lettore. È molto efficace per romanzi di genere e storie con un conflitto centrale ben definito.
  • L’arco di trasformazione del personaggio di Dara Marks si concentra sull’evoluzione psicologica del protagonista attraverso alcune tappe specifiche. Questo modello è ideale quando la crescita interiore del personaggio è il cuore della narrazione.
  • Il viaggio dell’eroe di Vogler (ispirato a L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell) traccia il percorso dell’eroe che lascia il mondo ordinario, affronta prove nel mondo straordinario e ritorna trasformato. È la struttura prediletta per un romanzo fantasy o di avventura.

Altri modelli includono: la struttura kishotenketsu, tipica della narrativa giapponese e caratterizzata dall’assenza di un conflitto esplicito, e la struttura a spirale, ideale per saghe e serie in cui personaggi e temi si ripresentano con una profondità crescente.

Per gli approcci sperimentali e fuori dai principali modelli narrativi, si parla di narrativa generale (detta anche narrativa bianca).

La scelta del modello dipende dal genere, dal tipo di storia e dalle preferenze dell’autore.

I migliori manuali di scrittura creativa

migliori manuali di scrittura creativa

Può essere complicato orientarsi nella scelta dei manuali per scrittori, perciò ho selezionato alcuni titoli che possono aiutare gli scrittori a carpire i meccanismi e i segreti che si celano dietro la costruzione di storie emozionanti.

  • Il grande libro della scrittura. Manuale pratico, avventuroso e filosofico per scrivere qualsiasi storia di Marco Franzoso
  • La scienza dello storytelling. Come le storie incantano il cervello di Will Storr
  • L’arco di trasformazione del personaggio di Dara Marks
  • Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler
  • Story di Robert McKee
  • Manuale di Stile di Livio Gambarini


Un’analisi molto interessante è stata condotta da Jodie Archer, una dirigente editoriale, e da Matthew Jockers, un analista del Literaly Lab dell’università di Stanford, il cui algoritmo ha analizzato 20.000 romanzi ed è stato impostato in modo da prevedere quali sarebbero entrati nella classifica dei best seller del “New York Times”, raggiungendo una precisione dell’80 per cento. La cosa affascinante è che i dati raccolti hanno confermato il lavoro di una vita di Christopher Booker, visto che effettivamente sono emerse le sette trame di base di cui ci aveva parlato. È emersa anche un’indicazione in merito a ciò che le persone sono più curiose di leggere. Il “tema predominante che ricorre con maggior frequenza” nei best seller era quello che riguarda la “vicinanza e i rapporti umani”, un interesse quanto mai appropriato per una specie ipersociale come la nostra.

– La scienza dello storytelling, Will Storr

Come fare una scaletta

Come fare una scaletta

Partendo da un modello narrativo o anche solo dalla trama è possibile creare la scaletta del romanzo da seguire durante la stesura. Questo strumento è la bussola dello scrittore, ciò che lo guiderà attraverso la complessità del processo creativo. Va bene sia per chi pianifica tutto sia per chi scrive di getto, si può scrivere prima della stesura, durante (o persino dopo!): avere una scaletta per scrivere un libro è una risorsa preziosa.

Una scaletta non è una gabbia, ma un punto di partenza da cui costruire la storia, lasciando spazio anche alla creatività che emergerà in modo naturale durante la prima stesura: adatto sia al romanzo fantasy con la sua complessità di gestione dell’ambientazione (che richiede un solido lavoro di worldbuilding), sia al romanzo romance, in cui la gestione dello sviluppo della relazione amorosa deve evitare i soliti stereotipi del genere.

Oltre al classico metodo in cui si delinea la fabula su una timeline, cioè una progressione cronologica degli eventi, per poi effettuare il montaggio delle scene nell’intreccio (approccio valido per qualsiasi genere), si possono seguire i passi del modello narrativo prescelto creando una mappa mentale oppure delineare una base di scene per una scaletta dettagliata in cui indicare anche la finalità della scena all’interno del disegno generale.

Cosa sono i generi letterari

Capita a tutti gli scrittori prima o poi di porsi una domanda che sembra banale ma non lo è: cosa sono i generi letterari?

Il romanzo stesso è un genere nella più ampia categoria della narrativa.

  • È scritto in prosa.
  • È caratterizzato da una certa ampiezza.
  • Sviluppa una storia, reale o di fantasia, attraverso personaggi, eventi e trame complesse.

Nel corso del tempo sono nati parecchi sottogeneri del romanzo, tanto che elencarli tutti è un’operazione che rischia di limitare la complessità della realtà, in cui i diversi generi spesso si mescolano tra loro creando anno dopo anno nuovi generi ibridi. Possiamo individuare comunque alcune macrocategorie, premesso che la seguente lista è da considerarsi indicativa e non esaustiva.

  • Romanzo storico
  • Romanzo ucronico
  • Romanzo di formazione
  • Romanzo rosa (oggi detto anche romance)
  • Romanzo fantasy
  • Romanzo di fantascienza
  • Romanzo noir
  • Romanzo giallo
  • Romanzo thriller
  • Romanzo horror
  • Romanzo d’avventura
  • Romanzo distopico
  • Romanzo biografico

Cos’è il punto di vista

cos'è il punto di vista

Il punto di vista o focalizzazione è la prospettiva dalla quale il lettore percepirà la storia. Può essere di tre tipi.

  • Focalizzazione interna, quando la storia è filtrata attraverso la percezione, i pensieri e i sentimenti di uno o più personaggi specifici (uno alla volta o a turni). Il lettore vede e sa solo ciò che quel personaggio vede e sa in quel momento.
  • Focalizzazione esterna, quando la storia è inquadrata da una telecamera che registra solo ciò che è visibile e udibile, senza accedere ai pensieri o ai sentimenti dei personaggi. Non ci sono commenti o giudizi.
  • Focalizzazione zero, quando all’interno della storia si ha accesso alle azioni, alle percezioni e ai pensieri di qualsiasi personaggio e compaiono commenti e giudizi che guidano l’interpretazione della storia.

Cos’è il narratore

Chi è e cosa fa il narratore all’interno di un romanzo? Il narratore è la voce che racconta la storia. Non è l’autore in carne e ossa, ma un’entità creata dall’autore stesso per fungere da tramite tra la sua immaginazione e la mente del lettore. È il filtro attraverso cui il mondo, i personaggi e gli eventi prendono forma sulla pagina.

Esistono diverse tipologie di narratore, ognuno con le sue caratteristiche e implicazioni per lo stile e l’immersione. La scelta del narratore è una delle decisioni più importanti che uno scrittore deve prendere, poiché influenzerà profondamente il modo in cui il lettore percepirà la sua opera.

Le principali scelte che uno scrittore moderno ha a disposizione sono le seguenti.

  • Narratore in prima persona limitata: uno dei personaggi racconta la sua storia, come avviene spesso nei romanzi romance.
  • Narratore in terza persona limitata: segue il punto di vista di un solo personaggio alla volta, scelta molto comune nei romanzi fantasy.
  • Narratore in terza persona onnisciente: sa tutto di tutti, pensieri inclusi, e può muoversi nel tempo e nello spazio della storia a suo piacimento.

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Scrittura trasparente e scrittura immersiva: come usare il punto di vista

In alcuni romanzi di narrativa è molto forte la voce dell’autore o dell’autrice. È come se ci fosse sempre qualcuno tra il lettore e la storia, che gli spiega cosa deve sentire, cosa deve capire, cosa dovrebbe provare: il narratore onnisciente. Questo approccio è molto utile quando l’autore ha già sviluppato una voce autoriale distinguibile.

In altri romanzi, invece, accade l’opposto: spariscono i confini tra la storia e il lettore, che è libero di entrare nella scena, vedere, sentire e pensare come se fosse dentro il corpo e nella mente del personaggio. Questo approccio, che incarna l’uso della focalizzazione interna e che chiameremo scrittura trasparente, è molto utile se lo scopo è far dimenticare al lettore che sta leggendo. L’obiettivo è rendere il lettore parte della storia, un protagonista silenzioso che esplora il mondo narrativo attraverso uno o più personaggi. Questa è la chiave per una scrittura coinvolgente.

Cos’è la scrittura trasparente

cos'è la scrittura trasparente

La scrittura trasparente è un approccio stilistico che rende invisibile la presenza dell’autore o dell’autrice all’interno del testo, al fine di permettere ai lettori di vivere la storia attraverso il punto di vista del personaggio: i suoi sensi, i suoi pensieri, la sua visione del mondo. Questo si sostanzia grazie alla messa in scena delle vicende tramite lo show, don’t tell (in italiano mostra, non raccontare), considerata oggi la tecnica principale che uno scrittore deve padroneggiare, all’interno della scelta di una prima persona limitata o di una terza persona limitata.

È come se il narratore si dissolvesse, lasciando il lettore faccia a faccia con la realtà interiore ed esteriore del protagonista. Si tratta di uno stile raffinato che permette all’autore di diventare il ponte invisibile tra il mondo della sua storia e la mente di chi legge. Questo è fondamentale per una prosa efficace e per romanzi avvincenti.


Livio Gambarini

Il fulcro della maestria non è nell’aderenza perfetta a un canone teorico o stilistico, ma nella consapevolezza di ciò che si fa e nella padronanza delle conseguenze che si otterranno.

– Manuale di Stile, Livio Gambarini, docente di scrittura presso Rotte Narrative

Cos’è la scrittura immersiva

cos'è la scrittura immersiva

La scrittura immersiva è un approccio stilistico da considerarsi come sottoinsieme della scrittura trasparente: ha sempre lo scopo di portare i lettori a vivere la storia attraverso il punto di vista del personaggio, ma oltre allo strumento dello show, don’t tell prevede un approccio più rigoroso basato su principi neuroscientifici (Raymond A Mar, 2011) e su come il cervello umano elabora le informazioni.

Gustave Flaubert diceva che l’artista deve essere come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente; bisogna percepirlo ovunque, ma non vederlo mai.

Si può dire che la scrittura immersiva si basa sulla teoria della cognizione incarnata (embodied cognition), secondo la quale la nostra mente non è separata dal corpo, ma anzi pensa e comprende il mondo attraverso il corpo e i sensi. Le emozioni, i concetti astratti e perfino il linguaggio non sono elaborati solo in termini simbolici, ma attraverso simulazioni fisiche e sensoriali.

Perciò il lettore non interpreta le emozioni, ma le vive in prima persona, così come dovrebbe viverle l’autore o l’autrice nel momento in cui scrive.


Quando immagini la scena tu devi essere il personaggio istante per istante, “dentro e subito” non “fuori e a posteriori”: avrai solo due occhi, quelli del personaggio, e avrai una sola mente, quella del personaggio. Non si può fare narrativa moderna, basata sull’immersione, senza rinunciare alla propria individualità per diventare il personaggio.

Marco Carrara, docente di scrittura presso Agenzia Duca

“Ho scritto un libro”: e adesso?

Scrivere un romanzo è un traguardo importante. Ora inizia la fase più strategica. Dopo la prima stesura, è fondamentale lasciar riposare il testo (che in questa fase possiamo chiamare manoscritto) per alcune settimane. Questo permetterà di sviluppare una certa distanza emotiva per rileggere con occhi nuovi e individuare errori, incongruenze o parti migliorabili.

Una volta ripreso in mano il manoscritto, ci si può dedicare a una prima revisione concentrandosi sia sulla coerenza della trama sia sullo stile. In questa fase è utile coinvolgere i beta reader (beta lettori), cioè lettori esterni (non necessariamente esperti) che offrono pareri sinceri sull’impatto della storia. Più cura si dedica a questa fase, più il progetto avrà possibilità di emergere nel panorama editoriale.

Per quanto riguarda i beta lettori, sarebbe meglio sceglierli tra un pubblico di lettori forti del genere del romanzo: chi legge romanzi fantasy potrebbe faticare nel comprendere se un thriller funziona e, d’altro canto, chi legge gialli potrebbe trovare noioso un romanzo romance che piacerebbe tantissimo a un determinato pubblico.

Sapere per chi si scrive, chi è il proprio lettore ideale, può fare la differenza nel successo del libro: se non sarà acquistato, non verrà letto, perciò bisogna togliersi dalla testa il prima possibile l’idea che la vendita e la promozione siano intenzioni negative.

Come pubblicare un libro: case editrici, self publishing, agenzie letterarie

Come pubblicare un libro

Una volta che il manoscritto è stato rivisto con attenzione, ci sono diverse strade per pubblicarlo. Si può inviare il manoscritto alle case editrici selezionate in base al genere di riferimento (e facendo attenzione a non cadere nelle trappole dell’editoria a pagamento) oppure la pubblicazione in self publishing (autoeditoria).

Se si sceglie la via tradizionale, occorre preparare una presentazione professionale del progetto editoriale, comprensiva al minimo della sinossi, della biografia dell’autore o dell’autrice e di una presentazione efficace, magari accompagnata da concept e pitch, due paratesti pubblicitari utili per distinguersi dalla marea di proposte che affollano le e-mail delle case editrici, e che sempre più spesso vengono richieste in fase di selezione.

Si può anche scegliere di affidarsi a un’agenzia letteraria o a un agente letterario, che si occupa di rappresentare gli autori presso gli editori in cambio di una percentuale sullo sfruttamento dei diritti d’autore (e facendo attenzione a non cadere nelle trappole di quelle agenzie il cui unico scopo è offrire servizi editoriali con scarsissime possibilità di rappresentare davvero l’autore).

Ascolta le testimonianze anonime di autori e autrici sul mondo editoriale

Alcuni autori e autrici scelgono anche di investire in un editing, per presentare un testo il più possibile competitivo, che richiederà meno lavoro da parte delle case editrici.

L’editing è invece fondamentale nel caso si scelga di pubblicare in self publishing (tramite piattaforme come Amazon KDP o Youcanprint), dove il controllo è totalmente nelle mani dell’autore: servono però, oltre all’editing, anche la correzione di bozze, l’impaginazione, una veste grafica e soprattutto un piano per la promozione.

editor scrittura trasparente laura abenante

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Qualunque strada si scelga, bisogna ricordare che pubblicare un libro non si sostanzia solo nella stampa, ma è una vera attività che deve offrire al lettore un prodotto completo e confezionato in modo da competere con i libri delle case editrici, anche per non alimentare i giudizi negativi verso l’intera categoria degli autori indipendenti.

Bibliografia

  • Robert McKee, Omero, 2010. Story. Contenuti, struttura, stile, principi per la sceneggiatura e per l’arte di scrivere storie
  • Joseph Campbell, Lindau, 2016. L’eroe dai mille volti
  • Green, M. C., & Brock, T. C., 2000. The role of transportation in the persuasiveness of public narratives, https://doi.org/10.1037/0022-3514.79.5.701
  • Livio Gambarini, Rotte Narrative, 2023. Manuale di stile
  • Raymond A Mar, 2011. The neural bases of social cognition and story comprehension, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21126178/

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